Brianza Faber
è il titolo dell'ultima silloge poetica di Renato Ornaghi. È poco
più di una plaquette, una raccolta di venticinque sonetti minori
ideata per rendere omaggio al "saper fare" dell’uomo e della donna
brianzoli. “Faber” è parola latina che in italiano si può tradurre
in "abile artigiano": Brianza Faber è quindi un titolo
pensato per evidenziare la più celebrata dote dei brianzoli, quella
appunto del “saper fare”. La genìa della Brianza è - come noto -
alquanto peculiare, dato che essa - pur derivando profondamente le
proprie radici dalla cultura rurale - nelle ultime quattro
generazioni si è tanto inspiegabilmente quanto prepotentemente
affermata a livello mondiale quale campione indiscusso del saper
"fare bene". Ciò non solo, ma in particolare, nell’ambito del
design, del mobile, dell’arredo, del tessile e più in generale delle
varie arti applicate.
Il lavoro artigianale in Brianza è argomento
troppo serio e trasversale culturalmente per essere preso in giro,
dato che assai spesso nei locali opifici esso declina in direzione
delle Arti minori (falegnameria, arredo, arte tessile, manifattura
di pregio, decorazioni, design industriale). In Brianza, il lavoro
sovente diventa Arte: è quindi nel “manu-fatto” bello
che per Ornaghi va cercato e trovato il principale e fondante
elemento identitario del faber brianzolus. I raffinati
cultori delle Arti maggiori magari storceranno il naso, ma se nelle
case degli abitanti del pianeta è mai entrato qualche oggetto
esteticamente affascinante, un grande merito ce l’hanno di sicuro
gli artigiani brianzoli, che con la loro istintiva capacità di
produrre il “bello” hanno imposto un proprio distintivo paradigma di
qualità – fatto di un mix inimitabile d’alto livello estetico
artigianale - in tutto il mondo.
Leggendo le poesie di Brianza Faber
emergono immagini vivide, quasi “lampi dal territorio brianzolo”
data la brevità dei componimenti: inquadrature in primissimo piano
cinematografico di una terra sempre raffigurata col metro poetico
del “sonetto minore”. Un metro che è interpretato da Renato Ornaghi
quale metafora e paradigma di tutta la Brianza, come egli spiega
nella prefazione. Lo stile poetico dei versi dell’autore porta
sovente a un confronto impietoso tra presente e passato, con un
giudizio morale sempre a favore di quest’ultimo. Ma non è quello di
Ornaghi un mero scontato elogio del buon tempo antico, è anzi la
presa di coscienza del fatto che, in questo terzo millennio in cui
sta prepotentemente emergendo il ruolo creativo della cosiddetta IA,
il “saper fare bene” brianzolo è destinato a finire nel museo degli
attrezzi tanto belli da ricordare quanto inutili oggi, e che men che
meno serviranno in futuro. Perché l’abile artigiano brianzolo lo sta
già capendo: a realizzare le cose belle, di qui a brevissimo ci
penseranno le macchine e i robot, al freddo ed efficiente comando
delle nuove intelligenze artificiali.
Renato Ornaghi
Brianza Faber
ISBN 978-88- 9617-415-9